Noi non abbandoniamo nessuno non è uno slogan, ma la sintesi di un’intenzione profonda che orienta il cammino della Chiesa in Italia. È lo spirito che anima le nostre comunità, le parrocchie, le Diocesi, le opere di carità e i servizi pastorali, a ogni latitudine e in ogni contesto. È lo stesso spirito che attraversa questo Rendiconto, che non si limita a registrare cifre e percentuali, ma racconta volti, storie, scelte di prossimità e speranza.
Come previsto dalla normativa vigente, i fondi dell’8xmille che i cittadini liberamente destinano alla Chiesa cattolica sono impiegati per il culto e la pastorale, la carità e il sostentamento del clero, divenendo un potente e concreto segno di una Chiesa che si prende cura, che si fa prossima, che si china su chi è ferito nel corpo e nello spirito per versare, sull’esempio di Cristo, “l’olio della consolazione e il vino della speranza” (dalla Liturgia).
Concretamente, attraverso l’8xmille, si restituisce dignità a chi è ai margini, si sostiene chi opera nei territori e negli ambienti di vita e di lavoro, si incoraggia il cammino delle comunità cristiane anche oltre i confini nazionali.
I fondi si trasformano così in mani tese che sollevano, in abbracci che confortano, in sguardi che sanno vedere possibilità di futuro. Percorrono le vie del mondo, anche le più impervie, dove vivono anziani dimenticati, bambini privi di tutto, famiglie travolte dalle difficoltà.
Le persone non sono numeri né strumenti di strategie, ma volti, storie, figli e figlie di Dio. A loro guarda, con amore preferenziale, la Chiesa: a chi soffre per la povertà, la guerra, l’ingiustizia, a chi è invisibile o scartato. L’obiettivo non è solo soccorrere, ma promuovere. È insufficiente, infatti, una logica di mera assistenza; occorre un’azione che generi protagonismo, responsabilità condivisa, sviluppo umano integrale. Ecco perché vengono sostenute iniziative capaci di attivare percorsi educativi e relazioni solidali dentro le nostre comunità.
La trasparenza, in questo cammino, è parte essenziale della responsabilità ecclesiale.
Pubblicare il Rendiconto non è solo adempiere a un obbligo di legge, ma è testimoniare una scelta: quella di una gestione vigilante, sobria, orientata al bene comune. Ogni progetto viene valutato con rigore e attenzione, secondo criteri di efficacia, impatto, coinvolgimento delle comunità locali – specialmente dei più poveri –, sostenibilità economica e ambientale.
Illustrare con chiarezza come sono stati impiegati i fondi ricevuti significa corrispondere a una fiducia ricevuta, ma soprattutto vuol dire affermare una visione di Chiesa che, anche attraverso la cura delle risorse, si fa più trasparente, maggiormente animata dalla comunione corresponsabile, più vicina.
È questa la rotta indicata dal Cammino sinodale ed è questa la consegna che ci ha affidato Papa Francesco, chiedendo a tutta la Chiesa in Italia di essere “inquieta”, capace di stare nelle pieghe della sofferenza umana, «vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. […] Lieti, con il volto di madre, che comprende, accompagna, accarezza».
S.E. Mons. Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari Segretario Generale CEI