Sono i cittadini contribuenti a determinare la scelta del destinatario
L’8xmille, perché?
L’8xmille provvede alle necessità di culto e pastorale di 226 Diocesi italiane, al sostentamento dei sacerdoti, a opere relative ai beni culturali, e sempre di più a progetti caritativi diffusi in tutta Italia e in parte all’estero. Grazie all’8xmille, dal 1990 a oggi la Chiesa cattolica ha potuto realizzare opere e interventi nel settore cultuale/pastorale e nel campo caritativo che si distinguono per qualità progettuale, per la loro capillare diffusione sul territorio, per la capacità di aggregazione e di socializzazione che hanno disseminato, per l’apporto che hanno dato all’occupazione e allo sviluppo, per la tutela che hanno garantito a una quota importante del patrimonio storico-culturale e artistico. Ma anche per la solidarietà che hanno testimoniato ai Paesi in via di sviluppo, promuovendo lo sviluppo di tante comunità in condizioni di povertà e fragilità sociale.
L’iter di assegnazione
La ripartizione e la scelta delle destinazioni dell'8xmille per finalità di culto e pastorale e per interventi caritativi vengono assunte - secondo precisi criteri programmatici - dal Vescovo, che coinvolge nella scelta l’Economo diocesano, l’eventuale direttore dell’Ufficio amministrativo, l'incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e, per gli interventi caritativi, il direttore della Caritas diocesana. Sia le assegnazioni che il bilancio di rendicontazione devono poi ottenere parere favorevole del Consiglio diocesano per gli affari economici e del Collegio dei consultori. Della ripartizione annuale viene fornito dettagliato rendiconto alla CEI. Nella grande parte dei casi gli impieghi prevedono una compartecipazione dei destinatari (Diocesi, parrocchie, associazioni, altri enti), e contribuiscono in generale a una “attivazione dal basso” che amplifica i benefici di ogni singolo euro destinato.
Il controllo dei progetti
Ogni impiego dell'8xmille da parte della Chiesa cattolica prevede un percorso di verifica tanto in fase di destinazione, quanto in fase di rendicontazione. La strutturazione di iter relativi a ogni impegno guida, inoltre, allo sviluppo di una capacità di programmazione strategica rispetto ai bisogni e alle esigenze che consente di massimizzare l’efficacia di ogni impiego e di costruire nel tempo, anche all’interno delle Chiese particolari, una visione prospettica e non dettata (solo) dall'urgenza e dalla contingenza. In questo senso, l’8xmille può essere considerato non una spesa, ma un costante investimento che porta a una ricaduta positiva e tangibile per tutta la comunità, a partire da coloro che vivono in condizioni di bisogno e difficoltà.
La CEI trattiene per le proprie attività di funzionamento e di gestione amministrativa solo l'1,6% dell'8xmille. Un impatto rispetto alle risorse destinate alla "missione" assolutamente ridotto.
Sono 3 i capitoli di spesa ai quali vengono destinate le risorse dell'8xmille:
– esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana;
– sostentamento dei sacerdoti;
– interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.
Dei 1.002.916.591 euro assegnati per il 2023, circa il 40% (403 milioni) è stato destinato al sostentamento del clero, cioè a garantire una remunerazione dignitosa a tutti i sacerdoti italiani, indipendentemente dalla parrocchia di destinazione.
Alle 226 Diocesi italiane sono stati assegnati 158 milioni di euro per le attività di culto e pastorale, 109 milioni di euro per l’edilizia di culto e ai beni culturali (un ambito molto vasto, che va dalla costruzione di nuove chiese alla manutenzione di edifici di culto esistenti, fino alla gestione attiva del patrimonio mobiliare, come musei, archivi, biblioteche) e 150 milioni per le iniziative caritative. Per l’assegnazione di questi fondi, la CEI chiede a ciascuna Diocesi un piano di conferimento dettagliato, che indichi gli obiettivi, i destinatari e gli eventuali co-sostenitori di ciascuna attività, e al termine di ogni anno viene chiesta una rendicontazione delle attività sostenute con i fondi dell’8xmille, corredata da una verifica degli obiettivi e dei destinatari raggiunti.
Inoltre, 80 milioni di euro sono poi stati attribuiti a iniziative caritative nei Paesi in via di sviluppo. La Presidenza della CEI si è poi riservata, favorendo laddove possibile la compartecipazione di altri soggetti, di sostenere iniziative di rilievo nazionale, gestendo in maniera diretta parte dei 13 milioni di euro per interventi caritativi e 85 milioni di euro per attività di culto e pastorale. Inoltre si è provveduto ad incrementare per poco più di 4 milioni il fondo a futura destinazione per culto e pastorale o per interventi caritativi, in vista di una prevedibile diminuzione del gettito Irpef – e quindi dell’8xmille – a causa degli effetti della pandemia da Covid-19 sull’economia del Paese.