Edilizia di culto e beni culturali

I beni culturali ecclesiastici sono un riferimento per le comunità di fedeli, ma costituiscono anche un patrimonio fondamentale per tutto il Paese. Che bisogna mantenere vivo.
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Le opere promuovono il concorso delle energie locali

Una parte consistente dei fondi 8xmille sono destinati alla valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici che costituiscono un patrimonio per tutto il Paese. Basti pensare, per esempio, alle attività sociali che vengono svolte all’interno di strutture parrocchiali o diocesane nei diversi territori, oppure – allargando l’orizzonte – all’attrattività costituita da buona parte dei beni culturali ecclesiastici ricchi di storia e di bellezza.
La gestione delle risorse dell’8xmille destinate a questi ambiti favorisce la promozione di percorsi efficaci di programmazione degli interventi a livello diocesano. Si tratta infatti spesso di progetti di lungo termine, sviluppati su più anni. Questo approccio consente di accompagnare le Diocesi in un percorso di responsabilità, amministrazione sostenibile e gestione strategica sia del patrimonio esistente, sia delle nuove costruzioni.
Per quanto riguarda l’edilizia di culto, l’utilizzo dell’8xmille per la costruzione di nuove strutture religiose costituisce una risposta della comunità ecclesiale al fenomeno dell’espansione dei centri urbani. L’edificio di culto, con le opere annesse, è il cuore delle comunità nascenti, centro di aggregazione sociale, promotore di attività pastorali e culturali.  
I contributi della CEI vengono destinati in via prioritaria a strutture di servizio religioso di natura parrocchiale o interparrocchiale (la chiesa, la casa canonica, le opere di ministero pastorale come per esempio le aule di catechismo). A partire dal 2018 è stata posta maggiore attenzione agli interventi su edifici già esistenti costruiti da più di 20 anni, per un migliore utilizzo del patrimonio immobiliare.
Le opere non vengono finanziate interamente con l’8xmille, per un principio ecclesiologico ed educativo, ovvero per favorire il concorso delle energie locali come espressione di partecipazione e corresponsabilità. La CEI interviene con un contributo massimo del 75% della spesa preventivata (70% per gli interventi sugli edifici esistenti).
I fondi destinati alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici aiutano le Diocesi italiane a promuovere iniziative che abbiano come scopo la conoscenza, la tutela e conservazione dei beni culturali ecclesiastici, in special modo quelli legati al culto, e a stimolare la collaborazione tra le Diocesi e gli enti pubblici al fine di agevolare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico.
Le finalità dei contributi sono varie, e spaziano dall'inventario informatizzato dei beni artistici e storici al censimento delle chiese, dalla dotazione di impianti di sicurezza al sostegno ad archivi, biblioteche e musei diocesani a interventi di restauro e consolidamento degli edifici fino al restauro degli organi a canne di interesse storico.

FONDI ASSEGNATI: trend 2000-2019

Destinazioni
Installazione impianti di sicurezza
3.837.980 €
Inventariazione informatizzata di beni mobili
802.305 €
Censimento Chiese
813.475 €
Conservazione e consultazione di archivi, biblioteche e musei
8.127.569 €
Conservazione e consultazione di archivi e biblioteche di istituti di vita consacrata e società di vita apostolica
2.298.732 €
Associazioni di volontariato
439.607 €
Restauro e intervento su edifici esistenti
71.131.719 €
Restauro organi a canne
1.375.628 €
Costruzione nuovi edifici
70.823.342 €
Fondo Sud - Edilizia di culto
4.364.494 €
Iniziative di rilievo nazionale
183.898 €
TOTALE*
164.198.749 €
* L’importo totale è superiore a quello assegnato in quanto vengono riassegnate anche le somme residue non erogate negli esercizi precedenti
Progetti finanziati nel 2019
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21,5%
Installazione impianti di sicurezza
28,9%
Conservazione e consultazione di musei, archivi e biblioteche
29,3%
Restauro edifici di culto
3,9%
Restauro organi a canne
10,5%
Costruzione nuove chiese
2,7%
Fondo Sud - Edilizia di culto
3,2%
Altri progetti
(Censimento chiese, associazioni volontariato, inventariazione informatizzata...)

I PROGETTI REALIZZATI

Il cuore della comunità

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Spazi connessi ma indipendenti per le attività pastorali

Un luogo pensato per diventare il cuore di una comunità che conta oggi 6mila persone, ma destinata a crescere. Siamo a Monsummano Terme, provincia di Pistoia, nella frazione Cintolese: qui, dopo due anni di lavori, è stato inaugurato nel marzo 2019 il nuovo complesso parrocchiale adiacente alla chiesa storica di San Leopoldo, i cui spazi erano ormai troppo limitati.
L’intervento, reso possibile dal contributo dell’8xmille, ha previsto la realizzazione di una chiesa (circa 700 mq) e di locali destinati alle attività pastorali: nove aule per il catechismo e un ampio salone parrocchiale per le attività comunitarie. La soluzione è stata progettata con l’intento di creare ambienti e spazi collegati, ma allo stesso tempo utilizzabili in maniera indipendente. Funzionalità, ma anche attenzione estetica al contesto ambientale circostante, a partire dalla facciata della chiesa, rivestita in lastre di pietra di Apricena. Misura e delicatezza caratterizzano la sagoma del complesso, che si pone in continuità con la preesistente chiesa di San Leopoldo individuando uno spazio pubblico ben riconoscibile armonizzato ai flussi dei fedeli e dei cittadini.

La Cattedrale ritrovata

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Con il restauro sono tornate alla luce le preziose parti medievali della basilica
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Una città che «ritrova» la sua cattedrale. È una grande opera di consolidamento e di messa in sicurezza quella operata grazie ai fondi dell’8xmille sulla chiesa madre di Agrigento, chiusa nel 2011 perché rischiava di franare a causa del dissesto idrogeologico del colle su cui sorge dall’ XI secolo.
Un intervento delicatissimo e coraggioso: nel primo cantiere l’8xmille ha contribuito con 300 mila euro, accanto ad una quota analoga da parte della diocesi e ad 800 mila della Regione siciliana. Nel secondo, con 650 mila euro, oltre a 120 mila diocesani. I fondi hanno provveduto all’incatenamento strutturale e all’alleggerimento della struttura, fino all’ancoraggio al sottosuolo con pali che scendono fino a 26 metri di profondità. Dal restauro sono riemerse anche le parti medievali della basilica, retaggio di testimonianze arabo-normanne, gotiche, rinascimentali e barocche.
Ora si dovrà consolidare il colle, ultimando la messa in sicurezza della cattedrale. «La lunga chiusura ha fatto perdere un punto di riferimento alla nostra gente. Per questo è ora così grande la gioia per la sua restituzione al culto» ha detto il parroco don Giuseppe Pontillo, direttore dell’Ufficio diocesano Beni culturali ed ecclesiastici.

La fede è esperienza

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Il visitatore entra in questa storia e si lascia stupire
Museo Diocesano a Tricarico

Il Mudit-Museo Diocesano di Tricarico è un punto d’incontro tra culture in dialogo con le religioni.
Situato nella ultramillenaria sede vescovile di Tricarico, in Basilicata, il Mudit consente un viaggio suggestivo tra le forme, i colori, i sentimenti della fede, dell’arte, delle tradizioni e della spiritualità della comunità locale. Il Museo, in collaborazione con il Cnr-Ibam, ha allestito cinque sezioni espositive, organizzate cronologicamente dalle origini (metà del X secolo) ai giorni nostri. Con il supporto di pannelli, di didascalie, di virtualizzazioni e di un documentario animato, la Diocesi si racconta attraverso opere di scultura, pittura, oreficeria, arredi liturgici, paramenti, volumi e documenti d’archivio. Il museo permette al visitatore di entrare in questa storia per lasciarsi stupire, interrogare e arricchire, diventando un “abitante temporaneo” di questa realtà. Grazie ai fondi dell’8xmille il museo è nato, cresce, travalica i suoi confini fisici e si offre come punto di riflessione per coloro che vogliono arricchire l’esperienza della fede che fa la vita della Diocesi. Mostre, eventi, laboratori, catechesi e il partenariato con l’Associazione Terre di Luce per le iniziative realizzate per Matera Capitale Europea della Cultura 2019 costituiscono il vissuto quotidiano del Mudit.

Uno spazio vivo per tutta la città

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Architetti, archivisti e bibliotecari, insieme per uno sforzo comune

Se gli ingredienti di questa ricetta sono un restauro, un fondo d’archivio e una chiesa, basta aggiungerci un pizzico di ingegno visionario per integrare il tutto in un percorso culturale di conoscenza e valorizzazione capace di accogliere tutta la città. Così è stato per la Diocesi di Verona, che grazie ai fondi dell’8xmille ha potuto restaurare, riordinare e inventariare il fondo archivistico del Collegio dei Santi Siro e Libera, che dal 1517 ha presidiato l’omonima chiesa di Verona.
Contemporaneamente sono stati avviati anche lavori di recupero del luogo di culto, facendo in modo che professionisti di ambiti diversi (architetti, archivisti e bibliotecari) si parlassero per condividere conoscenze preziose. Un percorso che ha trovato una collaborazione attiva nel progetto culturale Verona Minor Hierusalem, che la Diocesi da anni ha avviato sul territorio e che grazie alla costante passione di professionisti e volontari propone al territorio l’apertura e la visita a numerose chiese della città. Tra queste,  anche un percorso che ora coinvolge la chiesa dei Santi Siro e Libera, che si arricchirà anche delle nuove conoscenze acquisite attraverso il restauro e il riordino dell’archivio. Un lavoro di integrazione che arricchisce l’intera città.