Che cos’è l’8xmille

La legge sull’8xmille ha applicato l’art. 7 della Costituzione, che incoraggia nuove forme di finanziamento alle Chiese tramite la libera contribuzione dei cittadini.

Si riconosce l'indubbio interesse collettivo a introdurre nuove e moderne forme di finanziamento alle Chiese
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Sono i cittadini contribuenti a determinare la scelta del destinatario

L’8xmille è stato istituito con la legge n.222 del 1985, in seguito all’Accordo fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana del 1984 di revisione del Concordato lateranense del 1929. Veniva così definitivamente superato il cosiddetto “sistema beneficiale” e, per quel che riguarda il sostentamento del clero, cessava il meccanismo della “congrua”. Venivano rese concrete le indicazioni del Concilio Vaticano II, si armonizzava quanto previsto dalla Costituzione Italiana particolarmente all’art. 7 e si riconosceva «l’indubbio interesse collettivo all’introduzione di nuove forme moderne di finanziamento alle Chiese attraverso le quali si agevoli la libera contribuzione dei cittadini per il perseguimento di finalità ed il soddisfacimento di interessi religiosi». La legge 222/85, che entra a pieno regime dal 1990, prevede la nascita di nuovi meccanismi di sostegno economico alla Chiesa tra cui l’8xmille e le Offerte deducibili per il clero.
Lo Stato mette a disposizione di tutti i contribuenti una quota corrispondente all’8xmille del gettito complessivo dell’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche). Tale quota viene utilizzata direttamente dallo Stato stesso per interventi che abbiano scopi «sociali o umanitari», oppure da una serie di confessioni religiose d'intesa con lo Stato che si impegnano a utilizzare la quota a loro spettante per scopi «religiosi o caritativi». Vengono così eliminati i contributi diretti dello Stato, e viene introdotta una forma di partecipazione, determinata dalle libere scelte dei cittadini-contribuenti. Essi infatti determinano la quota spettante a ciascun destinatario, esprimendo la propria preferenza, in occasione della Dichiarazione dei redditi. L’8xmille non è quindi una “tassa in più” che grava sui cittadini, in quanto l’ammontare della quota rientra già nella somma complessiva del prelievo Irpef.